Parco delle incisioni rupestri della Valcamonica

Istituito nel 1955

rappresenta uno dei più importanti complessi di rocce incise, tra Neolitico ed Età del Ferro (IV-I millennio a.C.) presenti in Valle Camonica. Si tratta di uno spettacolare museo all’aperto che racchiude in sé tutto il fascino della Preistoria Camuna: incisioni che rappresentano cervi, oranti, duellanti e scene di vita quotidiana.

In uno splendido ambiente boschivo, ogni Comune della Valle propone dei percorsi di visita
che si snodano nelle diverse aree. Potrai ammirare le rocce in
autonomia grazie alla cartellonistica che fornisce le informazioni più
importanti, oppure con delle visite guidate da personale appassionato
che sa trasformare le scoperte storico-scientifiche in un racconto
avvincente.

Diversi per altitudine e conformazione dei percorsi, i parchi presentano peculiarità naturalistiche di grande fascino che si modificano a seconda delle zone.

Risultano censite circa 2.000 rocce istoriate con incisioni che furono realizzate lungo un arco di tempo di oltre 13.000 anni.

Le incisioni rupestri della Valcamonica, ricche di oltre 300.000 figure scolpite sulle pareti rocciose, sono considerate come l’esempio di arte rupestre più importante d’Europa. Nella zona di Capo di Ponte c’è la più alta concentrazione di rocce istoriate della Valle ed è per questo che dopo gli studi degli anni ’20 e ’30, la Soprintendenza archeologica della Lombardia ha istituito nel 1958 il Parco Nazionale di Naquane. Nel 1979, poi le incisioni della Valcamonica sono diventate il primo sito italiano Patrimonio dell’Umanità sotto la tutela dell’Unesco. Le rocce istoriate testimoniano la vita degli antichi Camuni che abitarono queste zone fin da 8000 anni prima di Cristo, quindi nel Paleolitico fino ad epoche più recenti quali la dominazione romana. Il periodo più antico, quello che arriva fino al 6000 a.C., è caratterizzato da figure di animali, in particolare cervi, incise in maniera molto semplice con strumenti rudimentali di roccia silicea.

Nel Neolitico, i Camuni iniziarono la pratica dell’agricoltura:

è possibile notare questa trasformazione attraverso le testimonianze lasciate sulle rocce, dove protagonista diventa l’uomo impegnato nelle operazioni quotidiane e nei momenti di culto (si notano figure umane con le braccia in alto, la rappresentazione del sole e del cervo, divinità preistoriche). Verso il 3000 a.C. le popolazioni apprendono l’arte della lavorazione dei metalli: compaiono così scene di caccia e di guerra, mentre le rappresentazioni, che prima apparivano statiche, ora assumono un carattere quasi narrativo. Di quest’ultimo periodo sono anche incisioni con abitazioni, villaggi e mappe, a testimonianza della nuova condizione di stabilità che la civiltà camuna stava assumendo. Con l’arrivo dei Romani in Vallecamonica si interrompe l’evoluzione culturale autoctona di queste popolazioni e termina così l’attività di istoriazione delle rocce, un incredibile “libro” a cielo aperto della civiltà camuna antica.